Resina
Antiche tradizioni
Il pino nero è un albero della famiglia delle Pinaceae presente esclusivamente nelle regioni montuose
La pratica della resinazione è stata operata, sin quasi negli anni sessanta. Pratica accantonata solo ed unicamente per motivi di scarsa economicità.
A testimonianza di questa usanza, restano ancora ben visibili, sui tronchi dei pini adulti, le caratteristiche incisioni a “lisca di pesce” praticate sulla pianta per l’estrazione della resina che, subito dopo, veniva trasformata in pece, diluente, vernice ed altro.
La pratica di resinazione in fase preliminare, consisteva nel predisporre un’area dove vegetavano le piante adulte da resinare, ( campo base) su tali piante veniva effettuata la scorzatura, l’affissione delle tabelle indicatrici e l’applicazione dei vasetti che dovevano contenere la resina.
Di seguito, finiti gli adempimenti preliminari, venivano effettuate le incisioni con criteri che potevano variare a secondo degli anni. Mediamente, attraverso l’utilizzo di attrezzi specifici (raschietti e asciotti), venivano praticate n° 2 incisioni alla settimana. Considerato che il periodo di resinazione interessava mediamente il periodo di Giugno-Ottobre, appare evidente che su ogni pianta a fine trattamento, si potevano contare circa 40 incisioni che sortivano una quantità media (a secondo delle dimensioni della pianta) di Kg.2.500.
La raccolta e la pesatura per ogni pianta, avveniva con cadenza mensile e addirittura in alcuni anni, ogni 15 giorni.